Di recente il Clusit ha rilasciato il suo consueto ed annuale rapporto sull'IT Security focalizzato principalmente nel nostro Paese. L'ottimo ed esemplare rapporto, unito all'affidabilità dell'organizzazione e ad autorevoli autori, disegnano un quadro prevedibile ed in linea con quanto spesso citato nei precedenti articoli di questo blog.
Proviamo a guardare qualche numero non solo riportato dal Clusit, ma anche da altre comprovate fonti.
- Nel 2014 gli investimenti globali in sicurezza delle infrastrutture informatiche è cresciuto dell'8%, nonostante la crisi mondiale abbia colpito qualsiasi settore.
- In Italia i danni causati da attacchi informatici si aggirano intorno ai 9 miliardi (per intenderci, la tanto discussa manovra dell'IMU è di 4 miliardi).
- I danni derivati da attacchi informatici, sempre in Italia, hanno superato la somma dei problemi hardware, software e di interruzione elettrica.
- E' cambiato il parametro di misurazione da "ricevere/non ricevere un attacco informatico andato a buon fine" a "quando riceverò un attacco informatico che andrà a buon fine", sostanzialmente si da per scontato che prima o poi qualcosa succederà.
Come riportato dal precedente articolo, 2015Q1Q2 Considerazioni in ambito sicurezza informatica, è evidente un "incattivimento" degli attacchi. Assistiamo sempre meno ai fenomeni Hacktivisti e sempre più ad attacchi finalizzati al lucro. Lo scenario informatico si è evoluto, svezzato, portandoci verso una perdita di "pseudo-etica" che, nel bene o nel male, caratterizzava spesso questo tipo di azioni.
Anche le tipologie di attacco, come previsto, sono differenti. I fenomeni hacktivisti veicolano attacchi tecnicamente spesso meno evoluti (non per questo meno dannosi), come i DDoS, a differenza di attacchi commerciali di spessore ed elevatura normalmente più raffinati. In entrambi i casi, certamente, ci sono eclatanti eccezioni.
A proposito dei DDoS, il tempo medio di un attacco finalizzato ad interrompere un servizio, è aumentato da 4h a 22h e nel 2014 abbiamo assistito ad un attacco record da 321Gbit/s (in grado di mettere in crisi anche ISP e AS importanti). E la risposta è "si", avete letto bene.
Tra i settori maggiormente colpiti, ovviamente, il cloud, il gaming e soprattutto si nota un incremento esponenziale dell'hacking governativo mosso o ricevuto da enti di questo tipo (CyberWarfare).
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