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mercoledì 12 dicembre 2018

Perchè a volte su internet i prezzi sono così bassi?



Molto spesso ci troviamo a combattere una guerra persa in partenza, dove su internet assistiamo a prezzi al pubblico che sono a volte decisamente inferiori ai prezzi d'acquisto di un system integrator.

Nel corso del tempo ho cercato di fare chiarezza ed ho cercato di capire quali sono i giochi che si celano dietro, ascoltando anche chi vende a prezzi così bassi. 


Ecco, quindi, le motivazioni che spesso (non sempre) si possono celare dietro ad un prezzo anomalo:

  • Azienda Farlocca
Può accadere che, nel più banale degli scenari, l'azienda non esista o il sito sia un sito truffa. Questo è lo scenario più elementare, il materiale non arriverà mai. Ma questo accade sempre più di rado.

  • Evasione IVA
Uno scenario assai più frequente è invece quello di aziende che nascono e muoiono nell'arco normalmente di un periodo temporale molto breve. Tramite una lettera di intenti dichiarano di vendere il materiale a paesi esteri. In linea di massima, se il trasporto/spedizione dei beni nel Paese comunitario di destinazione avviene “a cura o a nome del cedente”, la cessione interna si considera non imponibile ai sensi dell’art. 58 del D.L. n. 331/1993. Ma poi il bene viene venduto su internet in Italia e l'azienda chiude prima che il giochino venga scoperto. Ed il 22% viene evaso. Con i microscopici margini nell'informatica consumer, il 22% è un abisso.

  • Prodotti refurbished venduti per nuovi
Può accadere (soprattutto per dischi e RAM), che materiale ricondizionato venga venduto per nuovo. Distinguere un banco di RAM ricondizionato direttamente dalla casa madre da uno nuovo è praticamente impossibile, e le differenze in termini economici non sono da poco.
 
  • Licenze "usate" e ESD ad uso specifico
La nuova frontiera dell'office a 9 euro (invece di 200) o del windows server a 50 (invece di 800) è la licenza usata. La comunità Europea ha reso possibile la rivendita delle multilicenze perpetue (con una sentenza del 3 luglio 2012), pertanto distributori a fuoco su questa tematica si sono specializzati nell'acquisto e nella rivendita di codici di licenza usati. Intendiamoci, nonostante la questione sia controversa, attualmente non c'è nulla di illegale (quando questo viene dichiarato...) [edit: c'è molta confusione sull'argomento in quanto sembra che la sentenza sia valida solo in Germania]. Ma non è un office nuovo e la cui licenza viene scartata per la prima volta, e l'utente va informato che si tratta di un software rivenduto il cui oggetto è un semplice trasferimento di proprietà.
Diverso è il discorso delle licenze ESD, ovvero software senza scatola nè supporto, riservate a sviluppatori o produttori. In quest'ultimo caso esse possono essere legalmente, ad esempio, vendute unitamente ad un nuovo PC, ma non ne è consentita la vendita in maniera disgiunta. Stessa cosa per le licenze ESD per il mercato educational o per gli sviluppatori, fuori da questo contesto ne è vietato l'utilizzo.

  • Mercati paralleli
Di recente sta prendendo sempre più piede il materiale importato dai Paesi dell'Est. Non è dato sapere la provenienza, spesso non vi sono certezze circa l'origine del prodotto, ma sta di fatto che i prezzi sono molto aggressivi. Con questo non voglio dire che parte del materiale "non vendibile" venga rimesso sul mercato tramite questo canale, ma di certo è un mercato parallelo a tassazione agevolata ed incontrollato spesso persino dalle case madri.
 
  • Grandi quantità
Nulla di illegale, se compro 10.000 pezzi di un notebook, accedo ad un prezzo inferiore. Questo è il caso dei grandi gruppi di vendita al pubblico. Tutto normale, ma non si può pretendere da un System Integrator di avere gli stessi prezzi.

  • Distributore furbetto che vende all'enduser
Questa tendenza c'è sempre stata, ma ora si sta diffondendo massivamente. Il canale di vendita è elementare: produttore - distributore - fornitore - utente finale. Il produttore in genere può vendere solo al distributore ed il distributore solo al system integrator e così via all'utente finale. Questione di competenze, di volumi, di fido, di pagamenti, di certifiche, di supporto erogato e di tutto il resto. Accade ogni tanto che qualche distributore, con diversa partita iva (per i più lodevoli), venda direttamente all'utente finale.
Così come accade sempre più spesso che il produttore contatti direttamente l'utente finale per i rinnovi di licenza e proponga condizioni persino più vantaggiose di quelle riservate al fornitore.
E' una scelta, così come è una scelta che i system integrator non acquistino più da questi distributori o questi prodotti. Ognuno fa la sua scelta.



Dunque

Intendiamoci, non sono tutti così, c'è chi decide di fare margini irrisori e lavorare a volume, è il caso dei "box movers", distributori senza valore aggiunto e che non hanno alcun supporto tecnico, ma smistano colli dal produttore al consumatore. Che sia uno spazzolino da denti o uno storage con disaster recovery remoto, poco importa.

Ma quando il prezzo di vendita al pubblico è inferiore di quello d'acquisto erogato da un distributore nazionale verso gli operatori del settore, qui è pura e semplice matematica. C'è qualcosa che non torna.


Morale della favola

Non demonizziamo chi acquista da canali sani, reali e legali (e che generano lavoro in Italia, ma qui si apre un capitolo etico altrettanto articolato) se poi il prezzo è più alto del negozio online che magari sta giocando con regole diverse (fortunatamente non sono tutti così). Perchè ad un prezzo d'acquisto più alto già in partenza, il system integrator deve anche aggiungere i costi di gestione (nel nostro caso, per dare dei numeri, l'8%), la pressione fiscale (nel 2018 al 61,2%) e per quanto possa essere una sola fornitura, deve anche rispondere alle richieste di assistenza tecnica del tipo "solo una domandina..." (e non mi risulta che il signor Internet dia il suo numero di cellulare). Senza contare le modalità di pagamento differite ed i problemi di incasso che non ha chi richiede il pagamento anticipato.



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