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lunedì 30 gennaio 2017

Desktop Virtualization (VDI): una breve panoramica nel mondo Horizon Vmware

Architetture VDI: cosa sono


Quando parliamo di architetture VDI (Virtual Desktop Infrastructure) parliamo di un'infrastruttura in grado di ospitare i desktop remoti degli utenti su server centralizzati spostando, di fatto, capacità elaborativa e di storage da un normale PC (con i limiti che questo possiede, da un punto di vista di ridondanza hardware, ad esempio) ad un pool di server adeguatamente vestiti per questo scopo.

Fondamentalmente, i PC diventano "stupidi" a tal punto da poter essere dei Thin Client, ovvero delle macchine con bassissima capacità (e dal bassissimo consumo energetico), appena sufficiente ad effettuare solo un banale collegamento con il server. In un'accezione più ampia, la propria postazione diviene accessibile da qualsiasi piattaforma, anche mobile, svincolando l'utente che ne trae (soprattutto se errante come un'agente di commercio) tipicamente molti benefici.





In ambito VDI dobbiamo però dividere delle architetture che caratterizzeranno completamente la nostra infrastruttura.



Architettura Full Clone Desktop Pool


L'architettura Full Clone è quella più vicina a chi ha dimestichezza con gli ambienti virtuali, ogni utente "atterra" su una sua macchina virtuale completamente dedicata. Questo comporta, come per ogni cosa, pregi e difetti. Ciò che acquistiamo come autonomia lo perdiamo come richieste hardware e costose licenze che vanno rinnovate ogni anno sui sistemi operativi desktop.



Architettura Linked Clone Desktop Pool


L'architettura Linked Clone necessita di una macchina chiamata Composer che si occupa di creare delle macchine figlie correlate che sono, in sostanza, dei differenziali tra la "Parent virtual machine" (o "Desktop Image") e le "Linked Clone Machine".



Avremo, quindi, un ambiente che racchiude i vantaggi principali della prima soluzione con quella che è la modalità più light della VDI e che vediamo di seguito.




Architettura Remote Desktop Session Host


L'architettura Remote Desktop Session Host è assimilabile (e si basa) al protocollo RDP/Microsoft Terminal Services. Per implementare questa modalità necessiteremo di un pool di server MS-TS in quanto le sessioni si sviluppano mediante questo meccanismo.

Anche qui, vantaggi e svantaggi si rincorrono. Da un punto di vista avremo un sistema poco esoso di risorse, dall'altro avremo altri costi di licenze (TS). Abbiamo, tuttavia, un grande vantaggio che apporta solo questa architettura, ovvero la possibilità di incapsulare delle applicazioni all'interno dell'ambiente VDI, in maniera completamente trasparente. 

Facciamo un esempio che personalmente adotto in ambienti dove la sicurezza è critica:
Ogni utente può avere il suo ambiente locale, ma la navigazione internet è demandata all'interno di una VDI. Sul desktop del client possiamo apprezzare una trasparenza impagabile, ovvero avere direttamente la chiamata verso (in questo caso) chrome in VDI senza fare alcun complesso accesso ad un altro ambiente virtuale in RDP.




Approfondiremo le tre modalità negli articoli successivi.



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