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giovedì 14 gennaio 2016

Licenziamento in tronco per l'utilizzo privato delle email? Tanta confusione...

Di recente i giornali hanno riportato una sentenza della corte di Strasburgo relativa al controllo della posta elettronica aziendale dei dipendenti.


"MAIL e messaggi via chat controllati dai datori di lavoro che sono anche autorizzati a licenziare i dipendenti in caso di uso a fini personali durante l'orario d'ufficio. E' questa la sentenza della Corte europea dei diritti umani secondo la quale il controllo della posta elettronica (e dei programmi di messaggistica) e il licenziamento se l'uso è privato, non viola la privacy dei lavoratori."

"STRASBURGO - I datori di lavoro possono controllare l'uso che i dipendenti fanno della mail aziendale e sono anche autorizzati a licenziarli in caso di utilizzo a fini personali."
da ANSA


Iniziamo con il dire che c'è stata molta confusione e che gli articoli (di qualsiasi giornale o agenzia, non solo di quelli citati) hanno portato alla luce solo una parte della sentenza, omettendone completamente il resto. Come sempre più spesso accade, si tende al sensazionalismo.




Allo stato attuale, la nostra normativa sulla privacy non prevede l'accesso alle email personali, ovvero tutte le email nominali nome.cognome, n.cognome e così via. Prevede, invece, un utilizzo condiviso e accessibile alle email generiche, come info@, amministrazione@, ufficiotecnico@ etc. E' evidente, quindi, che in assenza di disposizioni diverse, l'accesso alle email personali è perseguibile per legge e non è un'operazione lecita (che poi avvenga o meno, non sta a noi dirlo). In questo articolo scritto quasi 2 anni fa, se ne parla approfonditamente: http://claudiodabbicco.blogspot.it/2014/02/monitoraggio-delle-connessioni.html.

Ogni azienda, tuttavia, ha la possibilità di creare delle policy interne che il lavoratore può anche non sottoscrivere. In caso di reale necessità, quindi, l'azienda può porre dei limiti agli strumenti che mette a disposizione dei propri lavoratori. Può, ad esempio, dichiarare che le email potrebbero essere controllate per "motivi di sicurezza" o "immagine aziendale". Così come potrebbe informare il lavoratore che rispondere ad un'email ufficiale con "xkè" è motivo di licenziamento in tronco, potrebbe anche definire un limite nell'utilizzo, confinando lo strumento all'uso esclusivamente aziendale. E' questo il caso che riguarda i due articoli sopra riportati, ovvero l'azienda poteva visionare le email e l'utilizzo personale della posta elettronica era stato esplicitamente vietato e causava il licenziamento immediato del lavoratore (che ne era a conoscenza perchè aveva sottoscritto la policy aziendale).

Spesso non si considerano aspetti importanti legati ad un utilizzo personale della posta aziendale, come l'esposizione dell'intero dominio a spam, virus, l'invio inutile di loghi aziendali a destinatari privati, l'utilizzo di banda e risorse economicamente a carico dell'azienda. Che differenza intercorre tra utilizzare un'auto aziendale per fini privati ed utilizzare invece l'email? Se l'idea comune è che l'email cada gratis come manna dal cielo e non abbia costi per nessuno... bhè, non è così.

A questo punto, la domanda è: perchè se tutti abbiamo almeno un account gmail, apple, yahoo, libero... non utilizziamo quello e lasciamo che le risorse aziendali vengano utilizzate solo per questo scopo? A prescindere da cosa e come abbiamo firmato. Ritengo sia una soluzione non solo più saggia, ma che ci garantirebbe una serie di vantaggi non da poco (basti pensare ad un cambio di lavoro con la conseguente perdita della propria casella di posta legata a tutti i servizi sottoscritti in anni di navigazione).